Sanità

ASSISTENTE PER L’AUTONOMIA E LA COMUNICAZIONE

Ai fini dell’ integrazione scolastica della persona con handicap nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, l’art. 13 della Legge-quadro 104/92 (Obbligo per gli enti locali di fornire assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale agli alunni con handicap fisici e sensoriali) prevede l’assegnazione di un operatore specializzato, cioè l’assistente alla autonomia e alla comunicazione. Si tratta di una figura professionale volta ad un’assistenza specialistica e qualificata nei confronti di soggetti con disabilità fisica, psichica e sensoriale, la cui limitazione di autonomia determini la necessità di un’assistenza in grado di garantire l’inserimento in ambiti socio-educativi. E’ per tale ragione che ICOTEA propone il Corso di Alta Formazione Assistente per l’autonomia e la comunicazione – 900 ore con lo scopo di formare una figura professionale in grado di fornire assistenza diretta a persone in condizioni di svantaggio fisico e/o psichico nelle attività quotidiane, sia a domicilio che in specifiche strutture. Nelle scuole, dietro richiesta del Dirigente Scolastico, l’Ente locale assegna personale qualificato in grado di fornire l’assistenza specialistica da svolgersi sia all’interno che all’esterno della scuola: assistenza materiale e cura dell’igiene personale, ausilio in entrata ed uscita dalle aree esterne alle strutture scolastiche, l’accompagnamento per l’uso dei servizi igienici (Nota Ministeriale 30/11/2001).

Vantaggi

Possibilità di ottenere, da parte dell’Amministrazione Pubblica e Privata, il riconoscimento dell’esonero dal servizio, con PERMESSI per diritto allo studio di 150 ore annuali, nei limiti previsti dalla normativa vigente; •Voucher Formativo Finanziato, un finanziamento dell’Unione Europea che ICOTEA ha ottenuto a copertura parziale dell’intero importo del presente Corso;

Ai professionisti nel settore sanitario verrà rilasciato un Certificato di 50 Crediti Formativi/ECM (Educazione Continua in Medicina), in quanto, ICOTEA è accreditata presso il Ministero della Salute in qualità di Provider n. 4182 per la formazione ECM – Educazione Continua in Medicina.

Vantaggi Economici

Sono previste Agevolazioni Economiche:

  • il percorso formativo è parzialmente finanziato dalla Comunità Europea mediante Voucher Formativo Finanziato, si tratta di un finanziamento della Comunità Europea, valido fino al 31/01/2017, che Icotea ha ottenuto a copertura parziale dell’importo totale del corso. Infatti, l’investimento previsto è euro 689,00, mentre con il voucher l’investimento previsto è di euro 499,00, IVA compresa.
  • Pagamento rateizzabile: prima quota all’atto di iscrizione (€ 249,00) e pagamento a saldo (€ 250,00) a fine Corso, senza alcun costo aggiuntivo.

Quando Inizia il Corso?

L’inizio del Corso avverrà nelle 24 ore successive all’iscrizione, sarà comunicata via email la procedura di registrazione e la chiave di accesso, per accedere subito alle lezioni online;

L’iscrizione al Corso deve avvenire entro il 31/01/2017.

Sbocchi Professionali

Strutture che erogano servizi socio-assistenziali nei confronti di una molteplicità di utenti (anziani, disabili, ecc.);

Strutture educative e scolastiche per progetti educativi;

Mediare la comunicazione tra l’alunno disabile e le persone presenti nel contesto scolastico nel quale operano: insegnanti curriculari, docenti di sostegno, compagni di classe, ausiliari, segretari e dirigenti.

Novità Didattiche

Possibilità di usufruire della normativa vigente per il diritto allo studio, che ti garantisce 150 ore annue per la tua formazione;

Sia le lezioni che gli esami sono a distanza/online;

Portale Formativo attivo 24 ore su 24;

Segui le lezioni online dal tuo computer, quando e dove vuoi;

Le lezioni vengono attivate entro 24 ore dalla data d’ iscrizione;

Disponibilità di un Tutor che entro 24 h risponderà alle tue domande.

Titoli di accesso

Lauree in ambito psico-pedagogico o, limitatamente ove previsto, diploma di scuola media superiore o equipollente, con formazione specifica e maturata esperienza nel settore educativo o di assistenza a disabili sensoriali, rilasciato da Istituzione Scolastica Italiana o Straniera.

Piano di Studi

Elementi di legislazione socio-sanitaria;

Il ruolo dell’Assistente per l’autonomia e Comunicazione;

Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro;

Deontologia ed Etica professionale;

Conoscenze della Lingua Italiana dei Segni e della LIS tattile;

La natura e le caratteristiche dei Deficit;

Conoscenze di base del metodo Braille;

Le principali dimensioni della crescita;

Cause e modalità disabilità visiva ed uditiva;

Psicologia della disabilità:

Lo spettro autistico;

Metodologie della riabilitazione;

Psicologia della famiglia;

Gestione dello Stress;

Processi di autonomia, integrazione ed orientamento;

Psicotenologie per la disabilità;

Tecniche educative e di animazione per disabili.

www.icotea.it/catalogo-assistente_per_lautonomia_e_la_comunicazione-p118605.html

 

MODELLO ICRIC-ICLAV: SCADENZE E NOVITÀ 2017

Il Modello ICRIC (Invalidità Civile Ricoveri) interessa gli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento o indennità di frequenza. L’autocertificazione da prodursi con questo modello riguarda eventuali ricoveri a fini riabilitativi in istituti con totale retta a carico dello Stato. Sono invece esclusi i ricoveri per cure di patologie. In caso di dichiarazioni errate o false può essere revocato il diritto alla prestazione.

Chi sono i soggetti interessati dall’ICRIC?

  • Invalidi totali, non ricoverati gratuitamente, con pensione e con indennità di accompagnamento;
  • invalidi totali, maggiori di anni 18, non ricoverati gratuitamente, con sola indennità di accompagnamento – fascia provvisoria;
  • invalidi totali, non ricoverati titolari di reddito superiore al limite previsto, con sola indennità di accompagnamento;
  • invalidi totali, non ricoverati gratuitamente, ultra sessantacinquenni, con sola indennità di accompagnamento;
  • invalidi totali, minori, non ricoverati gratuitamente, con sola indennità di accompagnamento;
  • invalidi parziali, con indennità di accompagnamento per effetto della concausa della cecità parziale (C.C. 346/1989);
  • invalidi parziali, minori di anni 18, con diritto all’indennità mensile di frequenza (legge 11 ottobre 1990 n. 289).

N.B: Il modello deve essere sempre compilato anche se non ci sono stati ricoveri nei due anni richiesti.

Quali documenti richiede il CAF per compilare il modello ICRIC?

  • Documento d’identità del dichiarante;
  • copia tessera sanitaria per controllo obbligatorio del codice fiscale;
  • documento d’identità del tutore/ curatore se presente e tessera sanitaria;
  • in caso di delegato, copia della delega e documento d’identità del delegato e del dichiarante;
  • idonea documentazione dalla quale risulti la percentuale della retta rimasta a carico degli enti pubblici o dell’interessato in caso di ricovero in istituto (ricoveri motivati dall’invalidità) e cioè se il ricovero è stato gratuito o meno;
  • certificato medico attestante la menomazione psichica o intellettiva se presente.

La lettera di avviso arriva a tutti? Sta arrivando in questi giorni? Ci si deve “preoccupare” se non la si riceve? Oppure la persona deve ricordarsi da sola di presentare la dichiarazione?

Normalmente la lettere viene inviata direttamente dall’Inps ai titolari di prestazioni di invalidità civile e/o titolari di assegno sociale. La spedizione avviene per posta ordinaria e possono esserci disservizi nella ricezione che possono dipendere dalle anagrafiche non aggiornate nei database Inps o per problemi postali. Eventualmente si può verificare presso l’Inps o l’ente di patronato, se il soggetto che non ha ricevuto la comunicazione è interessato alla campagna ICRIC o meno.
Cosa succede se non si presenta la dichiarazione?
Normalmente viene inviata una comunicazione di sollecito anche nella campagna riferita all’anno successivo.
La data per presentare il modello ICRIC è entro il 15/02/2017.

La comunicazione è telematica attraverso un caf o professionisti abilitati. Può provvedere anche il cittadino interessato, munito di PIN.

Per l’accesso alle prestazioni assistenziali di residenti in Italia e all’estero, è necessario fornire all’INPS la dichiarazione reddituale e la comunicazione di responsabilità. Alcune prestazioni richiedono infatti la dichiarazione dei redditi dell’anno precedente o l’invio di altri modelli (RED, ICRIC, ICLAV e ACCAS/PS) e

Il primo passaggio è quello che permette all’INPS di controllare i redditi di tutti i cittadini titolari di prestazioni il cui importo dipende dalla situazione economica propria ed eventualmente dei familiari, anche se fiscalmente a carico, ovvero la compilazione del Modello RED.
La procedura di compilazione va effettuata online inserendo come dati di accesso il codice fiscale e il proprio PIN personale. Successivamente andranno seguite le istruzioni come da comunicazione INPS.

Esistono tre autocertificazioni, rivolte a contribuenti con invalidità parziale e totale, percettori di prestazioni soggette a verifica annuale da parte dell’INPS, contenenti diverse informazioni necessarie a definire l’importo delle prestazioni:

  • Modello ICRIC (Invalidità Civile RICoveri): dichiarazione di un l’eventuale stato di ricovero in una struttura pubblica.
    Il Modello ICRIC riguarda gli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento o indennità di frequenza. L’autocertificazione riguarda eventuali ricoveri a fini riabilitativi in istituti con totale retta a carico dello Stato. Sono invece esclusi i ricoveri per cure di patologie. In base ai giorni di ricovero dichiarati viene ricalcolata l’indennità di accompagnamento, o meglio l’assegno sociale viene proporzionalmente ridotto. In caso di dichiarazioni errate o false può essere revocato il diritto alla prestazione.
  • Modello ICLAV (Invalidità Civile LAVoro): i titolari di assegno mensile in qualità di invalidi civili devono dichiarare l’esistenza di una eventuale attività lavorativa e l’importo di eventuali compensi ricevuti.
    Il Modello ICLAV riguarda i disabili con grado di invalidità riconosciuto tra il 74% e il 99% (sono quindi esclusi quindi quelli al 100%). Gli inabili intellettivi o psichici non devono presentare la dichiarazione, ma un certificato medico attestante l’indicazione delle patologie.
    Modello ACCAS/PS (ACCertamento requisiti per ASsegno o Pensione Sociale): dichiarazione di residenza effettiva in Italia ed eventuali ricoveri gratuiti.
    Il Modello ACCAS/PS riguarda i titolari di pensione sociale, che devono dichiarare la loro dimora in Italia o all’estero, anche per brevi periodi, ed i titolari di assegno sociale, che dovranno segnalare anche l’eventuale stato di ricovero in una struttura pubblica o privata, quindi con retta a parziale o totale carico di enti pubblici.

PROVVIDENZE ECONOMICHE PER INVALIDI CIVILI, CIECHI CIVILI E SORDI: IMPORTI E LIMITI REDDITUALI PER IL 2017

Ogni anno vengono ridefiniti, collegandoli agli indicatori dell’inflazione e del costo della vita, gli importi delle pensioni, assegni e indennità che vengono erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi e i relativi limiti reddituali previsti per alcune provvidenze economiche.
Per il 2017 importi delle provvidenze e limiti reddituali sono stati fissati dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS con Circolare 17 gennaio 2017, n. 8 (Allegato n. 3).

Come si potrà notare gli scostamenti sono nulli o minimi. Ciò perchè INPS si adegua alle indicazioni del  decreto del 27 novembre 2016, emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, che  fissa nella misura dello 0,0 per cento l’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni, in via definitiva, per l’anno 2016, nella misura dello 0,0 per cento l’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni e ai limiti di reddito, in via previsionale, per l’anno 2017, mentre fissa all’1,37 l’aumento per le indennità.

Nella tabella che segue riportiamo gli attuali importi in euro, comparati con quelli del 2016 (definitivi).

 

Tipo di provvidenza Importo Limite di reddito
2017 2016 2017 2016
Pensione ciechi civili assoluti 302,23 302,23 16.532,10 16.532,10
Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati) 279,47 279,47 16.532,10 16.532,10
Pensione ciechi civili parziali 279,47 279,47 16.532,10 16.532,10
Pensione invalidi civili totali 279,47 279,47 16.532,10 16.532,10
Pensione sordi 279,47 279,47 16.532,10 16.532,10
Assegno mensile invalidi civili parziali 279,47 279,47 4.800,38 4.800,38
Indennità mensile frequenza minori 279,47 279,47 4.800,38 4.800,38
Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti 911,53 899,38  Nessuno Nessuno
Indennità accompagnamento invalidi civili totali 515,43 512,34  Nessuno Nessuno
Indennità comunicazione sordi 255,79 254,39  Nessuno Nessuno
Indennità speciale ciechi ventesimisti 208,83 206,59 Nessuno Nessuno
Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major 501,89 501,89 Nessuno Nessuno

RAPPORTO ISTAT SULL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA: GLI ALUNNI CON DISABILITÀ SONO IN COSTANTE CRESCITA

Nell’anno scolastico 2015/16 gli alunni con disabilità sono stati 156 mila tra scuola primaria e secondaria di primo grado

A fine 2016 l’ISTAT ha comunicato alcuni dati importanti riguardanti gli alunni con disabilità delle scuole primarie e secondarie di primo grado, contenuti  nel consueto Rapporto sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. In esso è risultato che nell’anno 2015-2016 gli alunni con disabilità nella Scuola Primaria sono stati oltre 88 mila e nella Scuola Secondaria di I Grado oltre 67 mila. Più di 82 mila sono stati invece gli insegnanti di sostegno. L’8% delle famiglie nella primaria e il 5% nella secondaria ha presentato ricorso per ottenere l’aumento delle ore.

NUMERO DI ALUNNI DISABILI IN COSTANTE CRESCITA – I dati presentati mostrano che il numero degli alunni con disabilità è in costante crescita rispetto al passato, raggiungendo il 3-4% del totale degli alunni. La percentuale è quasi raddoppiata nel corso di circa quindici anni. I maschi rappresentano più del 65% degli alunni con disabilità in entrambi gli ordini scolastici.

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE – Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, la percentuale più elevata si riscontra in Abruzzo e in Sicilia per la primaria (3,6%) e ancora in Abruzzo per la secondaria di primo grado (4,8%), mentre la percentuale minore si registra in Basilicata (il 2,3% degli alunni della scuola primaria e 2,7% di quelli della scuola secondaria di primo grado).

DISABILITÀ E AUTONOMIA – Nella scuola primaria il 7,8% degli alunni con disabilità non è autonomo in nessuna attività ed oltre il 20% non lo è in almeno una di esse. Nelle scuole secondarie di primo grado le percentuali sono rispettivamente del 14,8% e del 5,8%. Nelle scuole primarie circa il 13% degli alunni con disabilità non è autonomo negli spostamenti all’interno dell’edificio scolastico, percentuale che scende all’11,6% nella scuola secondaria di primo grado. Nella scuola primaria quasi il 10% degli alunni con disabilità non è autonomo nel mangiare e ciò riguarda anche il 6,5% degli alunni disabili della scuola secondaria di primo grado. Molti sono inoltre i bambini ed i ragazzi che non hanno raggiunto l’autonomia dell’uso dei servizi igienici: oltre il 19% nella scuola primaria e oltre i 13% nella scuola secondaria di primo grado. Le percentuali degli alunni che mostrano maggiori difficoltà nel raggiungimento dell’autonomia nelle diverse attività sono state registrate al sud.

I DOCENTI DI SOSTEGNO –  Nei due ordini indicati gli insegnanti di sostegno sono stati più di 82 mila e si è mantenuto il rapporto medio di un docente ogni due alunni. Nelle regioni del sud è stato riscontrato il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali assegnate. Il 16% degli alunni con disabilità della scuola primaria ha cambiato insegnante di sostegno durante l’anno scolastico, percentuale che si attesta al 19% nella scuola secondaria di primo grado. Molto alta è la percentuale degli alunni che hanno cambiato il docente assegnato per il sostegno rispetto all’anno scolastico precedente: ben il 42% degli alunni nella scuola primaria ed il 36% nella scuola secondaria di primo grado. Gli assistenti, infine, svolgono in media circa 10 ore settimanali in entrambi gli ordini scolastici, ma la loro presenza è fortemente differenziata  tra Nord e Sud.

MICRO E MACRO ESCLUSIONI – Circa il 10% gli alunni con disabilità non partecipa alle uscite didattiche brevi e la percentuale raddoppia in caso di pernottamento. Non solo: dal rapporto emerge che gli alunni con disabilità di scuola primaria trascorrono ogni settimana circa 25 ore in classe e 3,5 fuori, mentre, per la scuola secondaria di primo grado le ore sono 22,5 trascorse in classe e oltre 4 fuori. Permane dunque la logica della delega al docente di sostegno e la difficoltà a differenziare la didattica all’interno delle classi. Il superamento di tale ostacolo allo sviluppo dell’inclusione scolastica è possibile solo arricchendo la formazione di tutti i docenti sulle didattiche inclusive.

LA DOMOTICA AL SERVIZIO DELLA DISABILITÀ

Archimede disse: «Datemi una leva e solleverò il mondo», ma come una leva per funzionare ha bisogno di un fulcro, io da disabile motorio pressoché totale quale sono, potrei dirvi: «Datemi un dito e con l’aiuto della domotica solleverò il mondo», poiché negli ultimi anni la domotica è venuta spesso in soccorso alla disabilità.

Io stesso in seguito all’incidente stradale che 12 anni fa mi ha reso tetraplegico, ovvero completamente paralizzato dal collo in giù, vivo in un appartamento adiacente quello dei miei genitori, che con l’aiuto degli ingegneri del centro protesi Inail di Buddrio (BO) è stato dotato di un impianto domotico che mi ha permesso di recuperare una discreta autonomia.

La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. Uno degli obiettivi principali della domotica è quello di realizzare nuovi ausili per persone disabili, affette da handicap e per coloro che, a causa di malattie neurodegenerative o traumatiche, non hanno più il controllo volontario dei propri muscoli.

Quando si parla di strutture in cui è applicata la domotica si tende a definire gli edifici “intelligenti”. Con “casa intelligente” si indica un ambiente domestico – opportunamente progettato e tecnologicamente attrezzato – il quale mette a disposizione dell’utente impianti che vanno oltre il tradizionale, dove apparecchiature e sistemi sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome, completamente autonome o programmate dall’utente.

Parlando di domotica al servizio della disabilità, si può dire che non esiste un impianto domotico standardizzato, ma che l’impianto domotico va progettato per le esigenze del disabile come un vestito su misura. Infatti esistono vari tipi di disabilità:

– quelle sensoriali, ovvero quelle visive e/o dell’udito;

– quelle psichiche;

– quelle motorie ove la domotica ha il maggiore campo d’azione.

Nel progettare questo vestito su misura va tenuto da conto che le disabilità motorie possono essere causate da:

un trauma;

una malattia.

Normalmente nel caso di un trauma quando cessa la fase acuta e la situazione clinica si stabilizza, si riesce ad avere anche un quadro definitivo delle residue capacità motorie, ma se invece la disabilità è dovuta una malattia neurodegenerativa bisognerà tener conto che le capacità motorie andranno via via diminuendo.

La prima valutazione da effettuare è quindi quella sulle potenzialità residue dell’utente. E’ fondamentale osservarlo durante le attività quotidiane e conoscere le sue reazioni se posto di fronte a determinati stimoli, al fine di individuare con assoluta precisione un movimento, anche minimo, ma sempre volontariamente ripetibile, da utilizzare per azionare un determinato comando.

La seconda valutazione da fare è di tipo meno funzionale ma più pratica: si tratta dell’analisi dei bisogni. È molto importante guidare l’utente nell’identificazione dei bisogni e nella scelta dei dispositivi da automatizzare: la vera qualità di un sistema di automazione ambiente si vede anche nella capacità di essere snello, non invasivo sull’ambiente nel quale viene introdotto, gradevole esteticamente e facile da utilizzare. Appesantire troppo un’automazione equivale a contravvenire a tutte queste qualità che fanno della domotica una risorsa.

Le funzioni della domotica per disabili sono essenzialmente quelle di creare una automazione domestica, ed una agevolazione comunicativa a vantaggio dell’utente.

AUTOMAZIONE DOMESTICA

Per automazione domestica si intende la creazione di una specie di casa intelligente, nella quale elettrodomestici, luci, porte, finestre, tapparelle siano automatizzati o motorizzati al fine di dare la possibilità all’utente di poterli azionare tramite speciali telecomandi.

Ogni utente, sebbene affetto dalla stessa patologia o dalla stessa disabilità di altri, sviluppa delle abilità residue differenti e pertanto l’interfaccia da sfruttare per poter usufruire della domotica deve essere studiata e scelta secondo valutazioni individuali.

Normalmente l’interfaccia con l’automazione domestica viene realizzata attraverso un telecomando programmabile, entro il quale si possono fondere più telecomandi in modo da ottenere un unico telecomando universale in grado di interagire con tutta la casa, infatti nel telecomando programmabile oltre ai telecomandi di luci, porte, finestre e tapparelle possono venire riversati anche i telecomandi della televisione, dello stereo, del lettore DVD, per finire al condizionatore e quant’altro.

Solitamente questi telecomandi funzionano “a scansione”, cioè il telecomando propone in sequenza i vari comandi possibili e l’utente seleziona attraverso un trasmettitore esterno quello voluto. A seconda delle abilità residue dell’utente questi trasmettitori possono funzionare con un joystick, con uno strumento a soffio oppure con un sistema a controllo oculare:

  • Il joystick viene utilizzato quando vi sono delle residue attività motorie, pertanto vi possono essere dei joystick azionati tramite un dito, un polso, tramite il mento, come nel mio caso.
  • Gli Strumenti a soffio vengono utilizzati quando le residue attività motorie non sono sufficienti, o diventano troppo faticose per l’utente. Gli strumenti a soffio sono azionati tramite pressione labiale e funzione respiratoria.
  • Il Sistema a controllo oculare si utilizza nei casi più gravi, quando anche il movimento della bocca e della voce viene inibito, per esempio SLA o Atrofia Muscolare all’ultimo stadio. Il sistema a controllo oculare consiste in una telecamerina, piazzata in prossimità della webcam, che registra i movimenti delle pupille e i battiti delle palpebre, riuscendo a trasformare questi movimenti in comandi di una tastiera alfanumerica.

È importante sottolineare come sia il joystick che lo strumento a soffio, oltre ad interloquire con il telecomando universale possono venire utilizzati anche per guidare la carrozzina elettrica. Va ricordato che le carrozzine elettriche più evolute, oltre a permettere all’utilizzatore di spostarsi autonomamente anche in caso di attività motorie residuali ridottissime, diventano parte integrante dell’impianto di domotica, perché il loro computer di bordo è già dotato di un telecomando programmabile entro il quale inserire tutti i comandi dell’impianto domotico. Il computer di bordo permette inoltre di inserire una scheda SIM attraverso la quale effettuare e ricevere chiamate ed inviare SMS sia in casa che fuori.

Ultimamente la domotica si va evolvendo verso altri modelli di telecomandi speciali che prevedono il completo funzionamento mediante input vocale e sono utili in caso di persone con grave disabilità motoria o sensoriale (ad esempio gli ipovedenti), ma che mantengono una buona funzione vocale. Molto importante in questi casi è la funzione di feedback mediante sintesi vocale, che ripete il comando eseguito, dando all’utente la consapevolezza della corretta interpretazione del comando.

Il mio parere, confortato anche da quello di altri disabili nella mia condizione, che hanno avuto modo di provare entrambi i sistemi, è che il comando vocale ha l’indubbio vantaggio di superare ogni tipo di limitazione motoria, ma nella pratica il suo uso può diventare problematico, perché spesso nell’ambiente domestico vi possono essere anche altre fonti sonore, quali il vociare di persone, e/o di apparecchi audiovisivi, che possono facilmente indurlo in errore.

Oltre a questi speciali telecomandi le altre possibili interfacce con il sistema domotico sono:

  • touchscreen con un sistema grafico personalizzato;
  • tastiere evolute che sostituiscono le pulsantiere tradizionali;
  • smartphone o tablet con delle applicazioni studiate ad hoc;
  • computer dotati di un software particolare;
  • cellulari che possono dialogare con il sistema domotico anche in remoto.

L’impianto domotico del quale si avvale il mio appartamento, essendo stato realizzato 12 anni fa, ha reso necessario spargere diversi sensori per ogni stanza, effettuando in pratica una cablatura completa di tutta la casa. Ultimamente questo sistema, che oltre ad essere molto complesso in fase d’adattamento di una abitazione già esistente, è anche parecchio oneroso per le abitazioni di nuova costruzione, è stato sostituito con dei sistemi wireless che sfruttano la rete per diffondere i vari comandi. Praticamente si tratta di piazzare un Web server nel quadro elettrico in grado di smistare i comandi dell’utente alle varie automazioni della casa.

AGEVOLAZIONE COMUNICATIVA

Per agevolazione comunicativa si intende l’utilizzo di speciali software per computer, o addirittura di computer speciali, che permettano di utilizzare il computer medesimo anche da soggetti portatori di gravi handicap. È da notare che qualsiasi impianto domotico può interfacciarsi con l’automazione domestica, sia attraverso un telecomando programmabile, che attraverso l’utilizzo del computer.

Di fronte a un computer il primo problema che un disabile motorio deve risolvere è quello di muovere il mouse. Ecco perché esistono dei cosiddetti emulatori di mouse che si possono suddividere nei seguenti modelli:

  • Sistema a puntamento. Basa il suo funzionamento tramite uno strumento posto sopra al computer, in prossimità della webcam, invia un raggio sulla fronte dell’utente; sulla fronte dell’utente, viene incollato un adesivo circolare che riflette questo raggio verso lo schermo del computer. Muovendo lentamente il capo il raggio riflesso riesce a raggiungere qualsiasi punto della superficie dello schermo del computer. Questi sistemi sono anche corredati di un software che permette alla raggio riflesso, una volta raggiunto il punto su cui si vuole operare, di simulare il clic semplice, il clic doppio, il clic destro e il trascinamento.
  • Integramouse. Quando la disabilità inibisce o rende faticoso il movimento motorio residuale, si può utilizzare uno strumento a soffio azionato tramite pressione labiale ed attività respiratoria. Attraverso l’integrazione di queste due azioni si può indirizzare il cursore del mouse su tutta la superficie del display, ed emulare il clic, doppio clic, mouse destro e trascinamento.
  • Sistema a controllo oculare Nei casi più gravi, quando anche il movimento della bocca e della voce viene inibito, per esempio SLA o Atrofia Muscolare all’ultimo stadio, in prossimità della webcam viene piazzata una telecamerina che registra i movimenti delle pupille e i battiti delle palpebre, riuscendo a trasformare questi movimenti in comandi di una tastiera alfanumerica, attraverso la quale il disabile riesce a interagire con il computer e a comunicare con le persone.
  • Easy Mouse. Per utilizzare questo sistema bisogna avere una carrozzina elettrica che sia compatibile. L’Easy Mouse è uno strumentino che viene collegato ad una porta Usb del computer, ed emette dei raggi infrarossi in grado di interfacciarsi con il computer di bordo della carrozzina elettrica. Una volta avvenuto il contatto, muovendo il joystick della carrozzina elettrica si sposta il cursore del mouse in qualunque punto del display, e tramite un pulsante premuto con il capo si emulano le funzioni di clic, doppio clic, clic destro e trascinamento.

 LA SCRITTURA AL COMPUTER PER DISABILI

Il secondo problema da risolvere per un disabile motorio è quello della scrittura o della dettatura al computer di un testo. Non potendo utilizzare la tastiera normale si può optare per due soluzioni:

– una tastiera virtuale che appare sul display del computer. Con i movimenti del cursore del mouse, si digitano le parole lettera per lettera. Queste tastiere virtuali sono dotate di uno strumento tipo il T9 dei telefonini, per cui dopo aver scritto le prime due lettere di una parola propongono tutta la gamma di parole più comuni che cominciano con quelle due lettere.

– Un comando vocale qualora il disabile non abbia perso l’utilizzo della voce. Si tratta di un software facilmente installabile sul computer e dal costo accessibile. Permette di dettare tutti i testi ad una velocità che è quasi superiore a quella della digitazione manuale di un operatore esperto. Viene usato su larga scala anche in molti uffici, ed addirittura ne esistono delle versioni professionali per studi medici, studi legali eccetera.

COMPUTER PER DISABILI SENSORIALI

Fin qui abbiamo parlato di disabilità motorie, ma esistono anche delle disabilità sensoriali come la cecità e l’ipovedenza. In questi casi oltre ad avere delle tastiere, delle stampanti, dei fax con i tasti in Braille, esistono anche dei programmi che tramite dei sintetizzatori vocali permettono di riprodurre la parola che il non vedente sta digitando, oppure il testo che appare nella videata del computer.

LA CONTINUA EVOLUZIONE DEI COMPUTER

Tutti gli ausili di automazione domestica e facilitazione comunicativa appena elencati, mentre ne parliamo rischiano di essere già obsoleti perchè vengono continuamente inventate nuove tecniche comunicative. Una tecnica in sperimentazione è quella che si pone il risultato di captare gli impulsi cerebrali per trasformarli in comandi del computer.

E’ un inglese il primo “paziente telepatico”, che grazie ad un sistema messo a punto dall’Università di Southampton, che trasforma i pensieri in stimoli elettrici, è riuscito a trasferire al computer un segnale solamente pensando di muovere le braccia. Gli scienziati sono riusciti a creare un’interfaccia cervello-computer, ovvero un’applicazione che dopo aver analizzato i messaggi trasmessi dal cervello, è in grado di trasformarli in un codice binario ed inviarli attraverso Internet per tutto il globo.

CONCLUSIONI

È importante sottolineare come, sia tutte le tecniche già esistenti, che quelle attualmente allo studio e che magari ci appaiono molto complesse, in un prossimo futuro oltre a rispondere alle esigenze prodotte dai diversi tipi di disabilità, potranno entrare a far parte della vita di tutti i giorni per facilitare situazioni lavorative, di divertimento e/o di sicurezza. Esistono già dei sistemi antifurto a riconoscimento oculare, e potranno magari esistere nel futuro macchine azionate con la forza del nostro pensiero.

A questo proposito è importante che la domotica venga utilizzata da un numero di utenti sempre maggiore, poiché una maggior diffusione di tale tecnologia permetterà alle aziende produttrici di migliorarne la qualità continuando ad investire in innovazione tecnologica, ed agli utenti, disabili e non, di poter usufruire di un prodotto sempre più performante a dei prezzi sempre più competitivi.

 

LA QUALITÀ DELLA SANITÀ ITALIANA E DI QUELLA VENETA

Nel gruppo di testa ci sono molti Paesi del sud est asiatico – prima Singapore, che supera Hong Kong, e più giù Giappone e Sud Corea – ma anche l’Italia, che a sorpresa conquista un inaspettato terzo posto nel ranking mondiale dell’efficienza dei sistemi sanitari nazionali. A stilare la classifica è Bloomberg, in base ai dati forniti da Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale e organizzazione mondiale della Sanità. Il bistrattato Servizio Sanitario Nazionale italiano nell’olimpo dei sistemi sanitari, dunque, distante anni luce da Usa (44° posto) e Russia, fanalino di coda, e saldamente in testa tra i Paesi europei. Per dire: la Francia è solo all’ottavo posto, il Regno Unito del National Health Services al decimo.

 A 2,3 punti dalla prima classificata

 La classifica di efficienza dei sistemi sanitari elaborata da Bloomberg mette in fila 51 paesi tra quelli con popolazione superiore ai 5 milioni, prodotto interno lordo di almeno 5mila dollari Usa pro capite e un’aspettativa di vita superiore ai 70 anni. Tra i parametri presi in considerazione l’aspettativa di vita, la percentuale di spesa sanitaria sul totale del pil e spesa totale pro-capite per la Sanità, sono sintetizzati in un parametro generale di efficienza che vede Singapore segnare 78,6 punti, Hong Kong 77,5 , l’Italia 76,3; ben staccati Giappone 68,1, Sud Corea 67,4 ed Australia 65,9.

 Dal sesto al terzo posto nonostante il calo della spesa sanitaria

 In dettaglio, l’Italia registra una percentuale del Pil (in dollari Usa) destinata alla spesa per la sanità pressoché doppia rispetto ai paesi meglio piazzati (9% rispetto a 4,5% e 5,3%). La spesa sanitaria annua per ciascun cittadino supera da noi i 3mila dollari Usa, in calo del 9% rispetto alla precedente rilevazione (-306 dollari Usa) del 2013, quando il nostro paese era piazzato al sesto posto della classifica generale.

La Performance dei Servizi Sanitari Nazionali

L’indice generale complessivo di performance per l’anno 2016, stilato da CREA SANITÀ, dell’Università “Tor Vergata” di Roma, ed ottenuto tramite la combinazione di diversi indici di prestazione, oscilla da un massimo di 0,63 ad un minimo di 0,33 (su una scala di valutazione il cui valore massimo è 1 ed il minimo 0). Il risultato migliore è ottenuto dal Veneto, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento-Bolzano, e dalla Toscana mentre il peggiore dalla Regione Campania.

Anche per quanto riguarda la Categoria Utenti, l’indice di gradimento espresso da categorie di utenti, associazioni di utenti e stampa, il Veneto con 0,53 e la Campania con 0,23 sono agli estremi del ranking, mentre al 2° e 3° posto troviamo rispettivamente la Provincia Autonoma di Trento-Bolzano ed il Piemonte.

Stesso risultato espresso dalla Categoria Professionisti, redatta secondo l’indice di gradimento di medici di famiglia, medici ospedalieri, infermieri e farmacisti, al 1° posto il Veneto con 0,70, mentre 2° e 3° Emilia-Romagna e Marche con indicatori variabili dallo 0,59 allo 0,61. Chiude la Campania con 0,39.

DISABILITÀ ONCOLOGICA ED ASSISTENZA DOMICILIARE

Se la persona malata vive da sola oppure la sua famiglia non è nelle possibilità di provvedere alla sua assistenza, è possibile richiedere dalla ASL l’intervento dei servizi di assistenza domiciliare o un supporto delle associazioni di volontariato operanti sul territorio

L’ AiMac, l’Associazione Italiana Malati di Cancro, fornisce, all’interno dei reparti oncologici degli ospedali, e anche online, un servizio di informazione per i malati di tumore e per le loro famiglie, concretizzando il messaggio secondo cui “L’informazione è la prima medicina”.

Per fare questo, l’associazione ha realizzato una serie di libretti e guide su come affrontare la malattia sotto vari aspetti (psicologico, terapeutico ecc.): da quello che titola “il tumore negli anziani e il ruolo del caregiver” estrapoliamo alcune informazioni per trattare il tema dell’assistenza domiciliare al malato oncologico.

L’ASSISTENZA DOMICILIARE – L’assistenza domiciliare è un servizio che rientra nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), quindi erogato dal Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta delle cosiddette “cure domiciliari”, ovvero percorsi assistenziali stabiliti in base al quadro clinico del paziente, che vengono forniti presso il suo domicilio. I destinatari sono persone non autosufficienti, ma anche anziani e persone con disabilità o persone con patologie croniche. Può consistere in diverse funzioni: dalla consegna dei farmaci a domicilio, alla presenza giornaliera di un medico o infermiere o quant’altro. Il servizio viene erogato con modalità diverse: dipende all’organizzazione dei servizi territoriali della propria ASL e regione.

COME CHIEDERE L’ASSISTENZA DOMICILIARE – La domanda deve essere presentata al servizio distrettuale della propria ASL da parte del malato o da chiunque si occupi di lui (familiari, medici di medicina generale, medici ospedalieri, servizi sociali, medico di famiglia). La domanda si compone di due moduli: uno da compilare dal richiedente (malato o famigliare) e l’altro dal medico curante. Successivamente, un’apposita commissione di valutazione multidisciplinare esaminerà la domanda, e in caso di parere positivo si predisporrà un piano assistenziale personalizzato.

CHI E DOVE SI PUO’ CHIEDERE ASSISTENZA – E’ importante ricordare che l’assistenza domiciliare non assicura un supporto continuativo di 24 ore, ma avviene in giorni e orari stabiliti. Dunque la situazione in cui questa assistenza può essere consigliata può essere quella nella quale il malato vive da solo ma è autosufficiente e quindi in grado di provvedere a se stesso nelle funzioni principali (ed è in grado di rimanere da solo in alcuni periodi della giornata). I servizi dell’assistenza domiciliare dipendono da regione a regione, e pertanto per conoscerne la presenza e le modalità, si consiglia di rivolgersi o all’ASL territoriale competente o, se presente, ad un Punto Unico di Accesso per l’Assistenza Domiciliare. In alternativa, è utile rivolgersi al medico di base o alle associazioni di volontariato più vicine, oppure consultare il sito AIMaC.

ALTRI SERVIZI – Diverso è il discorso se il malato oncologico non è autosufficiente o ha bisogno di una assistenza anche domestica. In quel caso la famiglia può avere la necessità di richiedere un supporto differente, come quello di una colf o di una badante.

Ricordiamo che l’assunzione di un collaboratore domestico ha una prassi da seguire, come specificato nella pagina dedicata del sito INPS. Ricordiamo in particolare che l’assunzione deve essere comunicata all’INPS tramite sito o call center entro un giorno prima dell’inizio del rapporto di lavoro. Inoltre, se l’assistente è un cittadino extracomunitario deve essere in possesso di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro non stagionale.
Chi assume un addetto all’assistenza di una persona non autosufficiente può usufruire di una detrazione dall’imposta lorda del 19% delle spese sostenute per la retribuzione degli addetti all’assistenza, fino a un massimo di 2.100 euro l’anno, a condizione che il reddito complessivo non superi i 40.000 euro. I documenti per poter usufruire di questa agevolazione sono:

– il certificato medico, rilasciato da un medico specialista o generico, che attesti la condizione di non autosufficienza, da esibire a richiesta dell’amministrazione finanziaria;
– le ricevute delle retribuzioni erogate, firmate dall’assistente familiare.
Per i dettagli, invitiamo a consultare la pagina dedicata del portale INPS.